Attacchi di ansia e crisi di panico: gli effetti della Mindfulness sul cervello. A cura di Simona Vignali
Nuovo studio di Harvard dimostra gli effetti della Mindfulness sul cervello durante gli attacchi di ansia
La notizia che praticare Meditazione Mindfulness ogni giorno, secondo uno studio dell’Università di Harvard, possa insegnare al cervello a far sparire la paura è entusiasmante.
Gli studiosi di Harvard sono riusciti a dimostrare che il ricordo e la memoria, usata in un certo modo, riescono a controllare l’ansia e la paura del futuro.
Cosa succede nel cervello durante crisi di ansia, attacchi di panico, ansia da prestazione?
Facciamo insieme un esperimento. Pensa all’ultima volta che hai sperimentato uno stato d’ansia e di paura, o una crisi di panico. Ad esempio se hai dovuto parlare in pubblico di un argomento importante, oppure un chiarimento con un dirigente dell’azienda in cui lavori, o un colloquio con un funzionario amministrativo. Sono tutte situazioni Ansiogene, cioè che provocano o inducono una stato d’ansia.
Ricordi con chiarezza tutti i sintomi che il corpo ha provato-sperimentato? Ecco un elenco dei sintomi più comuni.
- la mancanza di respiro,
- il fiato si è fatto corto,
- i battiti del Cuore si sono accelerati,
(si chiama Tachicardia) - tensione muscolare e
- una grande sensazione di disagio, di voler essere lontani da quel posto e dall’evento.
Insomma ti sei trovato sotto un intenso stress emotivo, cioè a una più intensa attività del sistema nervoso simpatico. Questa notizia ci è utile per comprendere come funziona poi la Mindfulness. Si tratta di palpitazioni momentanee associate a una forte emozione, come appunto la paura e l’ansia.
E’ facile ricordare tutti i sintomi che hai sperimentato sotto lo stress della paura e dell’ansia, ma è altrettanto certo che ricordi a fatica il ruolo della memoria e del ricordo nel creare quei sintomi.
Ma, dove nasce la memoria?
IPPOCAMPO
Per capire la qualità della ricerca degli studiosi dell’Harvard University, bisogna descrivere un piccolo organo del cervello: l’Ippocampo.
L’Ippocampo è una struttura cerebrale strategica che organizza la memoria a breve e a lungo termine. Ma non solo: ci permette di orientarci nello spazio, come il GPS del telefonino, di mantenere l’attenzione, di apprendere e ricordare gli spostamenti.
DOVE E’ L’IPPOCAMPO?
E’ posto al di sotto della massa del cervello, tra i Lobi Temporali, nel mezzo del Sistema Limbico, la Corteccia del Cingolo, la Corteccia olfattiva e l’Amigdala. E’ composto da una piega della corteccia cerebrale nella metà del lobo temporale.
L’Ippocampo si connette con diverse aree del cervello. Composto da una piegatura interna della Corteccia Cerebrale, è una struttura nervosa pari, cioè presente sia sull’emisfero destro che sinistro.
PERCHE L’IPPOCAMPO E’ IMPORTANTE PER LA MINDFULNESS?
L’Ippocampo controlla la memoria degli eventi che viviamo, conserva una traccia di memoria per ciascun episodio che viviamo in un determinato ambiente e delle caratteristiche comuni.
RIFLESSO
Un semplice esempio. Un gatto a cui viene dato da mangiare ogni volta che squilla un campanello, inizierà a salivare o diventare nervoso ogni volta che sente un campanello squillare (trovi lo studio scientifico qui).
In un recente studio i ricercatori hanno scoperto che l’Ippocampo è l’unica zona del cervello che trattiene gli stimoli nervosi vissuti e li associa tra di loro e li invia al Corpo Striato.
Ecco cosa scrive wikipedia sulle funzioni dello striato:
Lo striato è noto per il suo ruolo nella pianificazione e nella modulazione dei movimenti ma è coinvolto in una varietà di processi cognitivi che coinvolgono la funzione esecutiva. Nell’uomo, lo striato è attivato da stimoli associati alla ricompensa, ma anche stimoli da avversione, nuovi, inattesi o intensi. Recenti prove della fMRI suggerirebbero una proprietà comune agli stimoli che fanno reagire lo striato: l’importanza sotto la condizione della presentazione.
I due organi del cervello, e altri annessi, gestiscono diversi aspetti che riguardano come e cosa impariamo e come la ci vengono ri-presentati dalla memoria.